Franzoni a giudizio per calunnia
Cogne, lo chiede la procura di Torino
Anna Maria Franzoni a giudizio per calunnia. E' quanto chiede la Procura di Torino nell'ambito dell'inchiesta Cogne-bis per un presunto tentativo di inquinare la scena del delitto durante un sopralluogo del 2004 nella villetta dove avvenne l'omicidio del figlio Samuele.
L'inchiesta Cogne-bis, che vede indagate undici persone fra cui la Franzoni e il marito Stefano Lorenzi, oltre all'ex difensore della donna, l'avvocato Carlo Taormina, era stata avviata dopo il sopralluogo eseguito nella villetta nella notte fra il 28 e il 29 luglio 2004, a pochi giorni dalla condanna in primo grado, dal pool difensivo di allora.
La Procura di Aosta, su richiesta dei difensori della Franzoni, aveva aperto un procedimento contro ignoti affidando una nuova perizia le cui conclusioni avevano sostenuto l'artificiosita' di alcune delle tracce rinvenute nella villetta di Cogne. Per questo i magistrati aostani avevano aperto un fascicolo per calunnia e frode processuale trasmettendo gli atti ai colleghi di Torino.
La donna, che sta scontando 16 anni per l'omicidio del figlio Samuele dovrà ora fronteggiare l'accusa di aver cercato di creare false prove: un maldestro tentativo di far emergere un diverso assassino fuggito attraverso il garage. Insieme a lei è stato chiesto il rinvio a giudizio anche per un consulente svizzero, Eric Dust, che dovrà rispondere solo di "frode processuale". Fu lui a lasciare nel garage della casa di Cogne un'impronta del dito medio della mano sinistra e rinvenuta grazie al Luminol. E' la prova sulla quale si basa la certezza dei giudici che si trattò di un tentativo di depistaggio.
Da assolvere, invece, l'avvocato Carlo Taormina e i consulenti Claudia Sferra ed Enrico Manfredi che, in un primo momento, erano stati individuati come gli ideatori e gli esecutori del tentativo di frode. Anche il marito della Franzoni, Lorenzo Stefani, è stato assolto.