Soubrette in crisi per la lunga lontananza «forzosa» dalla tv
di MARIDA CATERINI SALVO una prossima presenza come testimonial nel programma «Trenta ore per la vita» in onda su Raidue, niente tv per Lorella Cuccarini almeno fino alla conclusione dell’anno in corso. Il contratto della show girl con Viale Mazzini è scaduto ad agosto del 2005 ma già molto tempo prima la Cuccarini non aveva trovato spazio a Raiuno. «Non sono mai riuscita a parlare con nessuno in Rai per avere una spiegazione del mio allontanamento e della mancanza di progetti per me. Ma alla fine me ne sono fatta una ragione, dedicandomi alla fiction ed al teatro. Mi piacerebbe condurre un reality, magari anche di ultima generazione, ma non accetterei mai di parteciparvi come concorrente, ruolo adatto a chi ha bisogno di riciclare la propria immagine». Lo sfogo sincero della show girl continua. «Nel frattempo non c’è nulla per me, neppure a Mediaset, nonostante i rapporti con tutti i vertici dell’azienda televisiva commerciale siano ottimi. Ma spero che con i primi mesi del nuovo anno qualcosa possa cambiare. Intanto in Rai si vive un periodo di transizione che io rispetto profondamente. E chissà che non si possano riaprire le porte della tv di Stato anche per me. Spero in un futuro non lontano di poter avere un colloquio con il vice direttore generale, Giancarlo Leone, persona che stimo moltissimo». Intanto sarò presente come testimonial nel programma "Trenta ore per la vita", maratona benefica in onda nella mattinata di Raidue dalle undici all’una con la conduzione di Tiberio Timperi». «Trenta ore per la vita» è stata una vera e propria creatura televisiva della Cuccarini che l’ha portata al successo sulle reti Mediaset. Con il suo passaggio alla Rai è andata in onda, in una sola edizione, nel febbraio del 2005 in due prime serate. «Adesso lo schema è cambiato del tutto», dice la conduttrice giustificando la sua mancata presenza in veste di padrona di casa, proprio per la diversità della formula. Sul recente scandalo di Vallettopoli la Cuccarini ha le idee chiare. «Determinati atteggiamenti nei confronti delle donne che lavorano soprattutto nel mondo dello spettacolo ci sono sempre stati, forse però, a livelli dirigenziali più bassi. Quel che davvero mi dispiace è che oggi si parla tanto di pari opportunità per le donne che vengono però trattate ancora come oggetti del desiderio. Certe intercettazioni fanno rabbrividire. Non ci resta che aggrapparci alla speranza che la presenza delle professionalità femminili esistenti, non molte, per la verità, possano riscattare un modo poco dignitoso di trattare le donne».
MICHELA