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Il termine "VAMPIRO"

Ultimo Aggiornamento: 07/12/2007 12:42
05/12/2007 15:52
 
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Il termine "VAMPIRO" si é diffuso nella lingua europea nel 18°secolo ed ha origine slava,riconducibile alla radice slava -pi- che significa "mago,stregone ed al verbo lituano -wempti- che significa "bere" ed anche "succhiare". I Vampiri sono chiamati "Vampir" in serbia ed in bulgaria;"Upier" in polonia ed "Upir" in russia. L'ORIGINE DEL VAMPIRO: si perde nella notte dei tempi, certi metodi osservati nelle necropoli preistoriche in cui grosse pietre sono piantate sul corpo dei morti per impedirgli di tornare dall'aldilà fa presupporre la credenza nel Vampiro. Il più antico testo si legge in una tavoletta babilonese conservata al British Museum: una formula magica che serve a proteggere dai Demoni Notturni succhiatori di sangue, che erano gli Etimmé. Gli antichi ebrei temevano l'Aluka (letteralmente"succhiatore di sangue"), un essere che assaliva i viandanti nel deserto. La stessa LILITH, demone assiro diventato nella tradizione ebrea la prima e malvagia moglie di Adamo che era un demone del genere "Succubus", la variante femminile del genere "Incubus": golosa del seme umano entra di notte letto degli uomini e li prosciuga di ogni forza. Da Lilith, le LILIN: queste succhiano il sangue dei bambini e se un bambino ride durante il sonno vuol dire che sta giocando con Lilith, per salvarlo occorre dire (possibilmente in ebraico) "Adamo,Eva,fuori Lilith!".



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Regalino di hida
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la storia di Vlad (Dracula)
L'8 febbraio 1431 un gruppo di nobili valacchi si riunì a Norimberga, la città delle diete imperiali, per prendere parte ad un importante evento storico: l'imperatore Sigismundo di Lussemburgo concesse il governo della Valacchia a Vlad II, il quale viveva alla sua corte già da 8 anni. Quello stesso giorno l'imperatore Sigismundo diede al suo protetto una collana e un medaglione dorato; era il simbolo dei cavalieri dell'Ordine del Drago. Il medaglione aveva un drago inciso, raffigurato con due ali piegate e quattro artigli aperti, con le fauci mezze spalancate, con la coda avvolta intorno alla testa e con la schiena spaccata in due, prostrato di fronte a una doppia croce. Questo era un simbolo della vittoria di Cristo sulle forze del male. Il medaglione in questione non doveva mai essere tolto se non dopo la morte; successivamente esso doveva essere sistemato nella bara assieme al cadavere. (Solo che ne' il corpo ne' la bara di Vlad III sono mai stati trovati.) Questo Ordine fu fondato dall'Imperatore del Sacro Romano Impero nel 1387 e, come molti altri ordini religiosi di cavalieri, i suoi componenti giurarono di proteggere il monarca teutonico Sigismundo di Lussemburgo e la sua famiglia, di difendere l'impero, di diffondere il cattolicesimo, di proteggere i bambini e le vedove e di combattere l'invasore turco. Aspettando l'incoronazione, Vlad II e la sua famiglia si trasferirono a Sighisoara, in Transilvania; qui Vlad fece costruire una zecca. Per le prime due emissioni Vlad usò il suo emblema, il drago, perciò il popolo rumeno, la cui lingua deriva dal latino, lo soprannominò Dracul (dal latino Draconis; mentre in rumeno Drac significa diavolo). Questo soprannome diventò un vero e proprio cognome per i suoi discendenti, e quindi anche per il suo secondogenito Vlad. Vlad III nacque nel dicembre del 1431. Egli passò la sua infanzia a Sighisoara e, seguendo le orme del padre, fu addestrato per diventare egli stesso un cavaliere dell'Ordine del Drago. Fu così che apprese le discipline del nuoto, della scherma, imparò a giostrare, a tirare con l'arco e conobbe le più raffinate tecniche di equitazione e le regole dell'etichetta di corte. Apprese anche la scienza della politica,cui principi all'epoca erano essenzialmente di ispirazione machiavellica: "è molto meglio per un principe essere temuto che essere amato". Questa corrente di pensiero ebbe un forte influsso sulla personalità del giovane principe.
Dopo la morte del padre Vlad III fu fatto prigioniero dai turchi e successivamente servì come ufficiale nel loro esercito, imparando alcune delle tecniche di tortura di cui poi si sarebbe servito abbondantemente. Una volta fuggito, si rifugiò presso uno zio, Iancu de Hunedoara, un nobile rumeno; più tardi Vlad ne sposerà la figlia. Dopo svariati tentativi di salire al trono della Valacchia, ci riuscì infine il 22 agosto 1456, a soli 25 anni. L'inizio del suo regno fu caratterizzato dal passaggio di una cometa sull'Europa; per molti fu un cattivo presagio, ma non per Vlad, il quale lo prese come un buon auspicio, al punto di far incidere la cometa su una faccia delle monete, mentre sull'altra appariva l'aquila valacca. Uno dei più acerrimi nemici dell'Impero Ottomano, Vlad iniziò una riorganizzazione dello stato, dell'esercito, e una riforma delle leggi, in primo luogo applicando la pena capitale per impalamento a tutti coloro che egli considerava nemici: banditi, ladri, mendicanti, preti astuti, nobili traditori, e usurpatori sassoni, i quali miravano a rimpiazzarlo o con il cugino Dan cel Tanar (Dan il Giovane) o con il fratello naturale Vlad Calugarul (Vlad il Monaco). Gli storici ottomani lo soprannominarono Vlad Tepes ovvero Vlad l'Impalatore (in rumeno, TEAPA=palo), e con questo nome fu conosciuto dagli storici rumeni, tuttavia egli era solito firmare con il nome di suo padre Draculea; di ciò vi è testimonianza in uno dei primi documenti che lo riguardano, il quale risale al 20 settembre 1459 e anche nel ritratto di Odhsenbach Stambuch da Stoccarda. Successivamente, Vlad fu arrestato da suo cognato Matei Corvin a causa di un traditore e passò più di 10 anni in prigione a Visegard, vicino a Buda. Tornato al trono nal 1476 grazie all'aiuto di Stefan cel Mare (Stefano il Grande), Principe di Moldavia, del Senato della Repubblica di Venezia e di Papa Sisto IV, Vlad riprende la sua lotta contro gli ottomani, ma verso la fine dello stesso anno viene assassinato a Snagov da Laiota Basarab, il quale gli successe al trono della Valacchia.
Una delle descrizioni migliori di Vlad III soggiace nelle pagine scritte dal suo contemporaneo Papa Pio II, il quale si meraviglia del titanismo di quest'uomo che visse nel tempo più ambiguo del Rinascimento, assommando in sé ogni virtù e ogni scelleratezza. Lo guarda con invidia: "era bello," dice, "alto e forte, nato per comandare gli eserciti; ma era anche un grande intellettuale, legato alla tradizione esoterica, all'alchimia, all'evocazione degli spiriti." Insomma la perfetta incarnazione dell'uomo totale del rinascimento.



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Regalino di hida
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Quella che segue è la ricostruzione dell'albero genealogico dei Tsepesh. Vista la frequenza con cui ci si accoppiava tra parenti anche stretti, è facile capire i vari bambini mutilati o morti prematuramente.




Vi rimando a QUESTA PAGINA




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