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---- > Il caso < ---- Eluana, stop alimentazione forzata

Ultimo Aggiornamento: 09/02/2009 21:56
11/11/2008 14:53
 
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Eluana, Pg: "Ricorso inammissibile"
Attesa per la sentenza della Cassazione
Il ricorso portato avanti dalla Procura di Milano sul caso Englaro è "inammissibile". Per il Pg della Cassazione, Domenico Iannelli, il Pm di Milano non era "legittimato" perché non si tratta di "un interesse generale e pubblico ma di una tutela soggettiva e individuale". I magistrati si erano opposti alla decisione della Corte d'appello, che aveva riconosciuto al padre di Eluana il diritto a sospendere l'alimentazione artificiale alla figlia.

Saranno comunque i giudici della Cassazione a mettere la parola fine alla vicenda di Eluana Englaro, in stato vegetativo permanente dal 18 gennaio 1992.

Il Pg Iannelli ha tuttavia sottolineato che se la Corte di Cassazione deciderà di accogliere il ricorso della Procura di Milano, allora in quel caso andrebbe accolto il primo motivo del ricorso, ovvero andrebbe verificato se sussistano le "effettive condizioni di irreversibilità dello stato vegetativo permanente" di Eluana.

Il Pg ha tenuto a specificare che, secondo le norme del Codice civile che prevede casi specifici in cui il Pm possa muovere un'azione, il caso Englaro non rientrerebbe nella casistica, perché si tratta di un interesse soggettivo individuale e non di una tutela di pubblico e generale interesse, che invece legittima l'azione del Pm a ricorrere in Cassazione.

Il caso Englaro ha scosso profondamente l'Italia. Tramite il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, la Chiesa, da anni contraria a una legge sulla "fine vita", ha esortato il Parlamento a legiferare per riconoscere il "valore legale" delle disposizioni anticipate del paziente. I cattolic si dicono adesso disponibile a una legge ad hoc proprio per evitare che venga introdotto in Italia, a colpi di sentenze, l'istituto del "testamento biologico", che, secondo i vescovi, permetterebbe di rifiutare trattamenti ordinari (e per questo non rifiutabili) come l'alimentazione e l'idratazione.

Dalla Chiesa, quindi, nessun sì al "diritto di morire" di Eluana. Ma rimane comunque la distanza fra quanti, come Bagnasco, sono favorevoli a una legge sulla famiglia e chi, come il presidente del Centro di bioetica della Università Cattolica, Adriano Pessina, temono che una legge, per quanto restrittiva, possa aprire spiragli per una limitazione dell'intangibilità della vita sancita dalla morale cattolica.

E il dibattito più ampio che si è aperto in Parlamento si concentra su due punti: che cosa possa essere definito "cura", se solo i trattamenti specificamente medici, oppure anche interventi come l'alimentazione e l'idratazione forzata; e chi sia, in ultima istanza, a decidere se ricorrere o meno a una cura, se il paziente adeguatamente informato, oppure il medico, (come chiede la parte cattolica), seppure all'interno di un rapporto forte con il destinatario delle cure, dal nome di "alleanza terapeutica".

L'odissea Eluana
A complicare la questione c'è la lunga e complessa odissea legale che Beppino Englaro ha deciso di affrontare nel nome della figlia. Da quando, nel 1992, dopo un incidente stradale Eluana è caduta in stato vegetativo permanente, alimentata da un sondino nasogastrico, il padre riesce nel 1997 a farsi nominare tutore della figlia, primo passo della battaglia per essere autorizzato a sospendere l'idratazione e l'alimentazione artificiale alla figlia. La prima sentenza del Tribunale di Lecco, nel 1999, respinge la richiesta di fermare l'alimentazione; così anche due successive sentenze, nel 2003, ancora del Tribunale di Lecco prima e della Corte d'Appello di Milano poi. Rifiuti che si ripetono nel 2005 da parte della Cassazione e nel 2006.


La svolta arriva il 16 ottobre del 2007, quando ancora la Suprema Corte rinvia la questione alla Corte d'Appello di Milano, sostenendo però che il giudice può, su istanza del tutore, autorizzare la sospensione in presenza di due precise circostanze: la condizione di stato vegetativo permanente irreversibile e l'accertamento, sulla base di elementi del vissuto del paziente, che questi, se cosciente, non avrebbe prestato il suo consenso alla prosecuzione delle cure.
14/11/2008 19:15
 
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Eluana, "stop ad alimentazione"
Cassazione respinge ricorso Procura
Diventa definitivo il decreto della Corte di Appello di Milano che autorizza a sospendere l'alimentazione artificiale che tiene in vita Eluana Englaro. E' la conseguenza della sentenza della Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Milano contro il provvedimento del luglio scorso. Soddisfatto della sentenza il padre di Eluana, Beppino Englaro: "E' la conferma che viviamo in uno stato di diritto".

Sì, dunque, all'interruzione delle cure per Eluana, la donna in stato vegetativo permanente dal 1992. Le sezioni unite civili della Cassazione hanno infatti confermato il decreto di luglio della Corte d'appello di Milano che aveva dato il via libera allo stop per i trattamenti sanitari che tengono in vita la 37enne.

Nel dettaglio, il ricorso sula vicenda è stato dichiarato inammissibile "difetto di legittimazione". La procura generale di Milano, in sostanza, non poteva impugnare la decisione con cui era stata autorizzata la sospensione dell'alimentazione artificiale che tiene in vita Eluana e i supremi giudici hanno così accolto la richiesta fatta dal Pg della Cassazione Domenico Iannelli durante l'udienza pubblica.

"E la soluzione logica, ineccepibile, perfetta", ha spiegato l'avvocato Franca Alessio, curatrice di Eluana Englaro, appena ha saputo della decisione della Corte di Cassazione. "E' quello che ci aspettavamo e non poteva andare diversamente - ha aggiunto - visto che la Procura Generale ha fatto molto di più di quello che era legittimo fare". In relazione invece alle difficoltà di trovare una struttura disposta ad accompagnare Eluana verso la fine, l'avv. Alessio ha risposto: "Credo proprio che non ci saranno problemi, ora c'è una sentenza della Cassazione".

Il testo integrale della sentenza
Il primo presidente della Suprema Corte, Vincenzo Carbone, ha reso nota la decisione sul caso di Eluana Englaro con un comunicato. "Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione - si legge nella nota - hanno depositato in data odierna la sentenza n. 27145/08 che ha dichiarato inammissibile per difetto di legittimazione all' impugnazione il ricorso presentato dal Pubblico Ministero presso la Procura Generale della Corte di Appello di Milano avverso il decreto del 25 giugno - 9 luglio 2008 con il quale la corte di appello di Milano ha autorizzato il distacco del sondino della paziente, in stato vegetativo permanente".

Stop alimentazione a giorni a Udine
Potrebbero cominciare entro pochi giorni in una delle strutture già individuate, una delle quali a Udine, le procedure per staccare l'alimentazione a Eluana Englaro. Lo ha riferito il professor Carlo Alberto Defanti, il neurologo che ha in cura la 37enne in coma dal '92. "Di sicuro non sarà in Lombardia - ha precisato il neurologo riferendosi alla presa di posizione della Regione, che aveva subito reso noto che non avrebbe messo a disposizione né strutture né personale - Tutto avverrà come minuziosamente aveva già stabilito la Corte d'Appello di Milano".

Il Csm difende la Cassazione
Il Csm si appresta a intervenire a difesa delle Sezioni Unite della Cassazione, per gli attacchi che da parte politica, soprattutto dallo schieramento della maggioranza stanno arrivando dopo la sentenza. "Stiamo predisponendo una pratica a tutela dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura e per la prima volta dell'operato delle sezioni unite della Cassazione", dice il consigliere Mario Fresa, togato del Movimento per la Giustizia.
14/11/2008 19:16
 
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Eluana, critiche alla Cassazione
Carfagna: "Equivale ad uccidere"
Dure critiche alla Cassazione dopo la sentenza che autorizza la sospensione dell'alimentazione artificiale a Eluana Englaro. "Togliere alimentazione e idratazione a un essere umano ancora in vita equivale a ucciderlo", ha detto il ministro Mara Carfagna. Le fa eco il parlamentare Savino Pezzotta: "Siamo di fronte a una situazione raccapricciante". "Ora occorre una legge sul testamento biologico", ha detto invece Fabrizio Cicchitto.


La Cei constata che la vita di Eluana "è ormai incamminata verso la morte". I vescovi italiani partecipano "con delicato rispetto e profonda compassione alla sua dolorosa vicenda" ma non possono "fare a meno di richiamare alla loro resposabilità morale quanti si stanno adoperando per porre termine alla sua esistenza", si legge in un comunicato della presidenza della Conferenza episcopale italiana.

Dopo la decisione della Cassazione, secondo la Cei, "si fa più urgente riflettere sulla convenienza di una legge sulla fine della vita, dai contenuti inequivocabili nella salvaguardia della vita stessa, da elaborare con il più ampio consenso possibile da parte di tutti gli uomini di buona volontà".

"E' una decisione molto grave, sotto tutti i profili", afferma monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. "Per quanto mi concerne è grave dal punto di vista etico e morale. Forse potranno trovare delle giustificazioni nei cavilli procedurali e nelle interpretazioni del linguaggio. Nella sostanza però - ha detto ancora Fisichella - rimane un fatto del tutto grave ed estraneo alla cultura del popolo italiano, un fatto di una gravità assoluta per quanto riguarda un attentato alla vita".

Una sentenza che fa discutere
"Con la sentenza di oggi viene scritta una delle pagine più tristi della nostra storia. Eluana Englaro è condannata a una morte terribile e disumana, per fame e per sete, da un Tribunale. E' una decisione che ricade su tutti noi, sulla vita dei cittadini, e che può spalancare di fatto le porte dell'eutanasia". Lo affermano in una nota i parlamentari Saltamartini (Pdl), Polledri (Lega), Bocciardo (Pdl), Binetti (Pd), Di Virgilio (Pdl), Mosella (Pd), Santolini (UDC), Calgaro (PD), Bobba (PD), Pagano (Pdl), Vignali (Pdl), Lupi (Pdl), Volontè (UDC), Laura Molteni (Lega) e Renato Farina (Pdl).

"E' stata finalmente privilegiata la strada della libera volontà della persona, anche se in assenza di una legge che stabilisca quando si è in presenza di un accanimento terapeutico ingiustificato". Lo afferma Chiara Moroni (Pdl). "La storia di Eluana è l'ennesima dimostrazione di quanto sia necessaria una legge che valorizzi l'autodeterminazione della persona. La politica si assuma le proprie responsabilità e colmi al più presto il vuoto legislativo".

"E' stata rispettata la volontà di Eluana e il suo diritto a una morte naturale. Ora si conceda a lei e alla sua famiglia di concludere questa fase delicata al riparo dai riflettori, nella piena legittimità derivante dalla sentenza". Così Ardemia Oriani, consigliere regionale del Pd.
16/11/2008 22:39
 
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"Non aspettavo altra Terry Schiavo"
Ruini:"Rischio di nuovi casi Eluana"
Dopo che la Cassazione ha di fatto autorizzare a staccare il sondino che alimenta Eluana Englaro, interviene il cardinale Camillo Ruini. "Non mi aspettavo che si potesse ripetere in Italia un caso come quello di Terry Schiavo" dichiara l'ex presidente della Cei. Per il porporato si tratta di una decisione "tragicamente sbagliata" che lo preoccupa sia per Eluana che anche per chi è potenzialmente nelle stesse sue condizioni.


Per Ruini, attualmente presidente del Comitato per il progetto culturale della Chiesa Italiana, alla base della pronuncia della Cassazione c'è un grande equivoco: "Guardare all'Eluana di oggi come se fosse quella di ieri, invece alla luce di quel che è oggi, Eluana ha esigenze molto modeste, ha bisogno di un po' di cibo e di un po' di acqua".

Intervenendo alla trasmissione "A Sua Immagine", su Rai Uno, il cardinale ha espresso preoccupazione "certamente per la sorte concreta di Eluana ma potenzialmente anche per chi è nelle stesse condizioni. C'è il rischio - ha aggiunto - che decisioni come questa spingano verso una concezione dell'uomo considerato come un oggetto".

Ruini ha anche confidato di aver appreso della decisione su Eluana, "con grande tristezza e un certo smarrimanto. I mie sentimenti - ha rivelato - ricalcano quelli delle suore che l'hanno accudita".

L'atteggiamento della Chiesa, ha concluso, "non poteva essere diverso. Da sempre esistono case della carità che accolgono persone che non hanno uso della ragione. Vengono assistite. A loro modo sono contente. La Chiesa non rinuncerà mai a fare questo, né a pregare per loro né, infine, al suo impegno culturale e pubblico, affinché l'uomo capisca di essere soggetto e non soltanto oggetto".
17/11/2008 22:44
 
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Eluana, "Lombardia indisponibile"
Formigoni: "Non toglieremo qui sondino"
Le strutture della Lombardia sono indisponibili a togliere il sondino dell'alimentazione ad Eluana Englaro. Lo ha affermato a Milano il governatore Roberto Formigoni. Il presidente della regione ha ribadito che "già mesi fa la Lombardia aveva rilevato l'indisponibilità delle proprie strutture a muoversi in questa direzione".

Alle domande dei giornalisti il governatore lombardo ha ribadito che "già mesi fa la Lombardia aveva rilevato l'indisponibilità delle proprie strutture a muoversi in questa direzione". Il tre settembre scorso il direttore sanitario della Lombardia, Carlo Lucchina, con una lettera aveva comunicato al padre della donna, il signor Beppino Englaro, che "il personale sanitario della Lombardia non può sospendere l'idratazione e l'alimentazione artificiale del paziente perchè verrebbe meno ai suoi obblighi professionali e di servizio".
18/11/2008 16:22
 
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"Non fermate nutrimento di Eluana"
L'appello del cardinal Bagnasco
Il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, torna a parlare del caso Eluana Englaro. A Radio Vaticana ha affermato che il distacco del sondino che consente l'idratazione e l'alimentazione di Eluana significa "sospendere le funzioni vitali della persone umana al di là della sua situazione fisica di salute. Queste funzioni - ha aggiunto - non possono assolutamente essere considerate terapie o farmaci in funzione straordinaria".

"Vita umana ferita"
"La vita umana ferita è un richiamo, una grandissima sfida, verso l'intera società affinché Eluana sia accudita, curata ed accompagnata con amorevolezza" ha poi affermato l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. "Ribadisco i sentimenti e le convinzioni propri della Chiesa e dei vescovi - ha affermato il porporato -. "Da una parte una grande partecipazione e rispetto per il dolore e la sofferenza di queste ore, dall'altra la indisponibilità della vita umana che non puo' essere assolutamente giudicata o soppesata sul piano dell'efficienza e dell'apparenza ma in sé e per sé".

Intanto, il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, parla dell'ipotesi di far morire la donna in casa. Ma il padre di Eluana rifiuta l'idea: "Solo una clinica - ribatte - puo' farla uscire dal suo stato".
18/11/2008 16:24
 
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Eluana, inviato ricorso a Corte Ue
Chiesta la procedura d'urgenza
E' stato inviato alla Corte europea il ricorso contro la sentenza della Cassazione sul caso di Eluana Englaro promosso da 34 associazioni italiane. "Abbiamo inviato il ricorso via fax, via e-mail e via posta", fa sapere Alfredo Granata, il legale che sta seguendo la vicenda. "Abbiamo invocato - aggiunge - la regola 39 che prevede l'applicazione dell'estrema urgenza", congelando ogni azione allo stato attuale fino a quando la Corte non deciderà.

L'obiettivo è di ottenere un pronunciamento il più rapido possibile da parte di Strasburgo e "una sospensiva o un annullamento" della sentenza della Suprema Corte.

Bagnasco: "Rischio grave ed evidente di eutanasia"
Per il cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana si può parlare di eutanasia nel caso di Eluana Englaro. "Sì, c'è questo rischio molto grave e anche evidente - spiega il porporato -. In quanto sospendere l'idratazione e la nutrizione è sospendere le funzioni vitali di una persona umana, al di là della sua situazione fisica, di salute. Quindi, queste funzioni non possono assolutamente essere considerate delle terapie, dei farmaci invasivi o straordinari, ma assolutamente incommensurabili". Bagnasco auspica che, sul tema della fine vita, "ci sia un dialogo sempre più intenso, più vero, più disponibile e non ci siano dei muri contro muro".

"Eluana riposerà in Carnia vicino al nonno"
Beppino Englaro, in un'intervista al quotidiano Messaggero veneto, dice che riporterà Eluana a riposare in Carnia, a Paluzza. "E' questa terra che mi ha dato la forza di andare avanti", puntualizza il papà di Eluana aggiungendo che "la nostra Carnia è il sogno alla fine dell'incubo e mia figlia riposerà accanto a suo nonno". Sulle polemiche alimentate dalla recente pronuncia della Cassazione, Englaro ribadisce la sua linea di pensiero: "Nessuno può avere il potere di costringere gli altri a vivere senza limiti. E nessuno può decidere nè al posto nè per gli altri, ma con gli altri. Adesso Eluana potrà farlo".
20/11/2008 16:48
 
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Eluana,Corte europea apre fascicolo
Il padre:prendo atto e silenzio stampa
La Corte Europea di Strasburgo per i diritti dell'uomo ha aperto un fascicolo in relazione al ricorso di 34 associazioni sul caso di Eluana Englaro. "Ora chiederemo un'udienza per discutere nel merito e una comunicazione ufficiale al governo italiano", ha spiegato l'avvocato Rosaria Elefante che ha presentato la richiesta. "Prendo atto di quest'altro ostacolo e scelgo di non parlare più con la stampa", ha dichiarato invece il padre di Eluana.

Strasburgo non ha però ritenuto opportuno applicare la regola 39 relativa alla procedura d'urgenza, ma ha scelto di seguire la via ordinaria. "Il ricorso porta il numero 55185/08", fa sapere il legale delle 34 associazioni.

La replica del padre della donna in stato vegetativo da quasi 17 anni non si è fatta attendere. "Io ho agito con grande limpidezza, loro stanno facendo di tutto per ostacolare quello che è stato deciso'", ha commentato Beppino Englaro.

"Noi abbiamo un decreto che è attuabile - ha aggiunto il padre di Eluana - loro le stanno provando tutte ma credo che da punto di vista umano io non ho più nulla da dire. Ringrazio tutti i media dell'aiuto e del sostegno che mi hanno offerto in tutti questi anni, ma ritengo che non mi resta altra scelta di quella di non parlare più, altrimenti non uscirò mai da questo vortice".

"Devo conservare le poche forze che mi rimangono portare a termine quello che devo fare", ha spiegato Beppino Englaro.
16/12/2008 19:16
 
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Englaro, "No a stop nutrizione"
Ministero: "Mai in strutture pubbliche"
Non sarà possibile interrompere idratazione e nutrizione ai pazienti che si trovano in stato vegetativo nelle strutture sanitarie pubbliche, convenzionate o private abilitate. E' quanto disposto dal ministro del Lavoro e della Salute, Maurizio Sacconi. La nuova norma impedirà di fatto la sospensione della nutrizione a Eluana Englaro, la donna di Lecco da anni in stato vegetativo, al centro di una travagliata vicenda giudiziaria.


L'atto, spiega Sacconi, è "doveroso affinché tutto il Ssn si uniformi e garantisca a qualunque cittadino il diritto alla nutrizione e all'idratazione". I riferimenti alla base di questo documento sono il parere del Comitato nazionale per la bioetica del 30 settembre 2005, la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità approvata il 13 dicembre 2006, sottoscritta dall'Italia il 30 marzo 2007 e attualmente in corso di ratifica. E ovviamente l'articolo 32 della Costituzione italiana.

L'unica possibilità per interrompere l'idratazione e l'alimentazione è che questi atti siano "rifiutati dallo stesso paziente in stato vegetativo. Cioè - prosegue il ministro - nel caso in cui l'organismo del malato rigetti queste misure. In ogni caso la valutazione clinica resta affidata al medico".

La nota di Sacconi non fa mai, in alcun caso, riferimento specifico a Eluana Englaro, ma il legame è evidente. E il sottosegretario Francesca Martini spiega come "in quel caso c'e' una sentenza della magistratura che entra in un ambito di relazioni familiari. A noi spetta rispettare il mandato del servizio pubblico".
17/12/2008 14:08
 
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Clinica Udine: "Eluana morirà qui"
"Al momento bloccato il trasferimento"
"Eluana Englaro morirà a Udine". Lo ha detto l'amministratore delegato della casa di cura "Città di Udine", Claudio Riccobon, struttura che era pronta ad accogliere la donna. "Avevamo indetto la conferenza stampa per questa mattina - ha detto Riccobon - perché a quest'ora avrei confermato il ricovero della signora Englaro, affinché quanto stabilito dall Corte d'appello di Milano fosse messo in atto. Come sapete, così non è avvenuto".


Confermata quindi la sospensione dei preparativi per il trasferimento di Eluana. Un'altra delusione per la famiglia Englaro. Il padre, Beppino, non ha potuto far altro che prendere atto della decisione presa dagli avvocati, anche sulla base delle considerazioni del ministro del Welfare Sacconi che definiva illegale il fatto che una struttura pubblica convenzionata con il Servizio sanitario nazionale prestasse la sua assistenza per sospendere l'alimentazione.

Poco più di un mese fa la Corte di Cassazione aveva emesso la sua sentenza definitiva chiudendo così l'iter giudiziario: Eluana può morire. Ma papà Beppino si è scontrato con la difficoltà a reperire una struttura disposta ad accogliere Eluana nelle sue ultime giornate di vita.

Sembrava fatta: destinazione Udine, la terra d'origine di Beppino. Poi il no della struttura friuliana. Il duro commento dei legali di Eluana: "L'atto di indirizzo del ministro non ha comunque alcun valore legale perché non è certo Sacconi che fa le leggi e non è certo Sacconi a rendere inefficace una sentenza della magistratura".

La curatrice: "Chiederemo la formula esecutiva del decreto"
"L'unica strada che al momento riesco a intravedere è quella di chiedere alla cancelleria della corte d'appello di emettere una formula esecutiva del decreto". Lo ha detto la curatrice speciale di Eluana, l'avvocato Franca Alessio, rispondendo ad una domanda su quale strada potrebbero percorrere i legali dopo la presa di posizione della clinica Città di Udine. "Capisco perfettamente la posizione della clinica che deve tutelarsi e non può certo mettere a repentaglio la propria attività - ha detto il legale - ma non riesco a capire che cos'altro potremmo fare dal momento che esiste una sentenza definitiva". "Vorrei ricordare che stiamo parlando di un caso che ha concluso tutto il suo iter giudiziario - ha detto ancora la curatrice - e che c'é una sentenza emessa nel nome del popolo italiano, dopo quello che è successo ieri mi verrebbe da dire che l'autorità giudiziaria non esiste più".
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