Gli esperimenti più pazzi del 2007

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(Rosy)
00venerdì 4 gennaio 2008 09:33
Quando la scienza si diverte
Gli esperimenti più pazzi del 2007

La scienza è una cosa seria, ma non per questo deve essere noiosa. E, a quanto pare, alcuni gruppi di studio nel corso del 2007 devono essersi divertiti per davvero, almeno se si considera il contenuto di alcuni esperimenti a dir poco fantasiosi. Nel corso del 2007 la scienza ha scoperto, ad esempio, i misteri della flatulenza dei canguri, ha visto che i vermi vivono più a lungo se curati con un farmaco anti-depressivo, e ha creato il primo gatto fosforescente con una nuova e promettente tecnica di clonazione.

Se è vero che in alcuni casi questi risultati bizzarri sono stati, per così dire, un effetto collaterale di ricerche serissime e dedicate a problemi gravi e reali, in altri casi qualche perplessità è d’obbligo, almeno al primo impatto, soprattutto perché gli studi sono in genere generosamente finanziati con i soldi dei contribuenti. Sono in molti a domandarsi se tutto questo abbia senso, tanto che anche il quotidiano britannico “Indipendent” si è interrogato sull’argomento, pubblicando tra l’altro un florilegio delle ricerche in apparenza più curiose e bizzarre.

La palma della “stranezza” spetta di diritto allo studio sulla flatulenza dei canguri, analizzata doviziosamente dall’università di Queensland in Australia, con l'obiettivo di capire perché mai, a differenza delle mucche, il simpatico mammifero con marsupio non emetta nemmeno un grammo di metano, le cui immissioni sono nocive per l’atmosfera e sotto accusa per l’incremento del buco nella fascia di ozono. Alla fine dei suoi lavori, l’equipe guidata dal dott. Athol Klieve ha infine svelato il mistero: il canguro è “ecologicamente corretto” grazie ad un batterio che abita in abbondanza nel suo stomaco. In prospettiva la scoperta potrebbe rivelarsi importante nelle strategie contro il surriscaldamento del pianeta: si spera infatti di poter passare il batterio del canguro alle mucche che dal foro posteriore emettono invece metano in quantità industriale, con conseguenze molto nocive per l'ambiente. A favore del marsupiale c’è anche un altro elemento: invece del dannoso metano il canguro produce acetato, una sostanza chimica che favorisce la digestione e che potrebbe migliorare lo sviluppo e la fecondità dei bovini.

Altrettanto bizzarro, almeno in apparenza, ma sempre con una sua logica ben precisa, è l'esperimento dedicato ai vermi trattati con antidepressivi. Lo studio si è svolto a Seattle negli Stati Uniti con l’intento di verificare se esistano in commercio medicinali in grado di funzionare da elisir di lunga vita. Per questo il verme che risponde al nome scientifico di caenorhabditis elegans, il cui ciclo di vita normale è di solito pari ad appena tre settimane, è stato bombardato con farmaci di ogni tipo. In questo modo si è scoperto che il mianserin, un antidepressivo, allunga la sua vita di circa il 30%. Il miaserin è adesso sotto i riflettori degli studiosi di geriatria per verificare se gli effetti miracolosi sulla vita del verme possano essere replicati anche sull'uomo.

Il gatto creato per clonazione che diventa rosso fosforescente se esposto ai raggi ultravioletti è frutto delle fatiche di un gruppo di studiosi in Corea del Sud, presso l'università Gyeongsang. Non si tratta di una novità assoluta: nel 2006 a Taiwan era già stato fabbricato un suino che, grazie all'inserimento di una proteina speciale, luccicava di verde al buio. La domanda sorge spontanea: che bisogno c’è di avere degli animali luminosi, visto che le ombre della sera possono essere allontanate più efficacemente con una comune lampadina? Oltre ad evitare che il felino fosforescente venga investito di notte dagli automobilisti, come suggeriscono i maligni, la caratteristica “aggiunta” dai ricercatori sudocoreani risponde in effetti ad una necessità di comunicazione pubblicitaria. Il gatto clonato serve in realtà come cavia per lo sviluppo di nuovi farmaci, ma le sue caratteristiche fosforescenti hanno incuriosito i media, che hanno così parlato diffusamente dell’animale clonato e dello studio che lo riguarda.

Tra gli studi pazzi del 2007 c’è poi anche la mappatura completa genetica della “malassezia globosa”, il fungo all'origine della forfora. Forse non sarà la scoperta del secolo, ma quest'opera di decifrazione dovrebbe finalmente portare alla messa a punto di shampoo e altri prodotti realmente efficaci contro la fastidiosa ''neve dei capelli''.
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