stanno pensando al quinto
Pitt non sfila gli occhiali: i fotografi per protesta abbandonano la sala
SIMONETTA ROBIONY
DALL’INVIATA A VENEZIA
Toccata e fuga per Brad Pitt alla Mostra. E’ arrivato con Angelina Jolie e i quattro figli di cui tre adottivi e una no. S’è fermato al Cipriani per ventiquattro ore o poco più. E’ ripartito velocemente per Deauville per fare la stessa operazione. E’ tornato negli Stati Uniti per finire il film dei fratelli Coen. Vita percorsa a massima velocità e massima espozione mediatica per la coppia regale di Hollywood dove non sai se sia più bella lei, Angelina, con quella bocca tutta onde, o lui Brad con quel corpo da statua greca di Fidia. Nessun incontro con la stampa italiana: non c’è voglia né tempo. Il divo si rifiuta anche di togliersi gli occhiali da sole per essere immortalato e il gesto suscita il disappunto dei fotografi che per protesta lasciano l’area riservata agli scatti. Alla conferenza della Biennale arriva circondato dal gruppone di «The assassination of Jesse James by the coward Robert Ford» che è praticamente come svelarne la trama fin dal titolo. Con lui Ridley Scott, mitico produttore-regista, qua al Lido con la moglie italiana Gianina Facio, ex bomba sexy oggi bella signora e basta. Più il coprotagonista Casey Affleck, l’attore-scrittore Sam Shepard, il regista Andrew Dominik e non si sa chi altro a far numero. Per l’occasione, chissà come mai, Brad Pitt ha scelto un completo beige con lampi di seta che lo fanno sembrare un divo del rock alla Tony Manero, quello di «La febbre del sabato sera».
E’ seccato perché non ha potuto finire di vedere la gara mondiale di motociclismo in onda ieri alla stessa ora e perché il suo idolo Valentino Rossi ha dovuto tirarsi indietro senza poterla finire. Ma ride, occhi coperti da occhiali scuri, sorriso luminoso. Di Jesse James, confessa, sapeva poco o niente: «L’ho scoperto quando ho letto il libro». Però gli ha fatto piacere interpretarlo perchè anche lui era del Missouri: «Erano anni che non parlavo con l’accento di casa mia: mi ha emozionato». La storia, dice, è tutta documentata, quello che è inventato sono i rapporti tra i personaggi: Jesse e il suo assassino, Jesse e la moglie, Jesse e gli uomini della sua banda: «La vicenda va inquadrata ai tempi della Guerra civile. Jesse James e i suoi, anche a guerra finita, continuarono a fare ciò che facevano con la guerra in corso: rapine, furti alle banche, assalti ai treni. Era diventato una leggenda e la taglia sul suo capo era proporzionata alla sua fama».
Più che un western, spiega, questo ennesimo film su Jesse James, eroe maledetto su cui l’America ha prodotto più film che su chiunque altro, lo definisce un gangster-movie. Ma è vero o falso che a riprese finite lei e il regista avete litigato?
«Totalmente falso. Certo s’è lavorato a lungo sul final-cut. Durava oltre quattro ore: andava tagliato. Ma oggi è perfetto. Il tempo l’ha migliorato. Come un buon vino rosso doveva respirare per trovare la misura giusta».
Vero o falso che avete speso un mucchio di soldi per l’autenticità di scene e costumi?
«E’ vero ma serve. Quando si fa un film storico occorre entrare con i piedi nel periodo che si racconta. Sono raffinatezze che lo spettatore non nota ma che servono a noi attori».
Vero o falso che lei e Angelina vi sposerete solo se verranno legalizzati i matrimoni gay?
«Vero. E’ una forma di protesta per questa discriminazione».
Deciso a voler lasciare la sua impronta nel cinema, ma convinto a non fare il regista, Brad Pitt, da un po’ di tempo, entra nella produzione mettendo il suo nome e la sua faccia nei progetti in cui crede: «Non ho le palle per la regia, ma scegliere una storia che nessuno avrebbe fatto e portarla sullo schermo mi dà una gran soddisfazione». Perché incarnare, però, un bandito violento perfino con i suoi soci?
«Mah. Nella vita non c’è il bianco e nero. Jesse è un uomo dal destino tragico. Non è un semplice malvagio».
Chi potrebbe essere il Jesse James di oggi?
«Forse Valentino Rossi, anche se non ha una taglia sulla testa».
Come l’hanno cambiata i quattro figli?
«Sono diventato più efficiente. I figli sono fonte di gioia ma anche di frustrazione. Rendono il tempo libero prezioso e levano il sonno. Comunque pensate un po’! E’ in arrivo anche il quinto».