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26/09/2007 14:59
 
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Questa sera, quasi in sordina, e domani sera c'è la fiction con Fiorello ed Ettoruccio con i baffi...
Qualcuna di voi ha voglia di star sveglia a commentare?



MICHELA
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per cominciare...
metto un articolo del giornale sulla poca valorizzazione della fiction

da Roma

«Il dolore non è una semplice contrazione nervosa. È una richiesta d'amore». Quanti medici, oggi, considerano in termini simili la sofferenza che sono chiamati ad alleviare? Coloro che lo fanno diventano, inevitabilmente, degli ottimi professionisti. In umanità, oltre che in medicina. Esattamente quanto diventò Giuseppe Moscati (la considerazione sul dolore è sua): il medico napoletano che, con ricerche scientifiche di portata internazionale, ma soprattutto con una quotidiana pratica ospedaliera che - ispirandosi al Vangelo - metteva l'amore per il malato al centro di tutto, conquistò una immensa popolarità nella Napoli d'inizio Novecento. E nel 1985 è stato proclamato beato da Giovanni Paolo II. Giuseppe Moscati, la fiction di Giacomo Campiotti interpretata da Giuseppe Fiorello, che mercoledì e giovedì vedremo su Raiuno, racconta tutto questo: «La storia di un santo del quotidiano - riassume il regista -. Un uomo molto comune, che non ha fatto nulla di clamoroso, non ha fondato ospedali nè vinto Nobel della medicina. Ma nelle piccole e grandi scelte di ogni giorno, e per una vita intera, ha seguito la via dell'amore, della giustizia, della solidarietà».
I rischi legati a tutte le biografie dei santi - è risaputo - sono quelle dell'agiografia posticcia, del «santino» rassicurante e sentimentale. «A questi - considera il direttore di Raifiction, Agostino Saccà - si aggiungeva anche il rischio della provincializzazione. La fiction è fortemente napoletana, negli ambienti come nelle figure: poteva limitare la portata universale del messaggio del protagonista». Rischi tutti brillantemente superati: non solo Giuseppe Moscati ha vinto il concorso internazionale al recente Roma Fiction Fest, prima su dodici fiction giunte da tutto il mondo («meritandosi - come ama ricordare Saccà - dodici minuti di applausi»); ma viene ritenuta dallo stesso Saccà «uno dei migliori prodotti in assoluto della Raifiction degli ultimi anni. Certo fra le cose più belle da quando io mi occupo di questo genere».
Al centro del plauso generale, ovviamente, Beppe Fiorello. Che già specializzatosi con successo nei ritratti di altri eroi del quotidiano, come Salvo d'Acquisto o Joe Petrosino («In questo film Fiorello non recita Moscati: è Moscati - dice Campiotti - e arriva dritto al cuore») ha trovato in questo particolari motivi di seduzione. «Moscati è certo una figura di santo non convenzionale. Il suo darsi agli altri in tutto, senza limiti, racconta una vera e propria storia d'amore. Fra lui e il suo prossimo». Tanto l'attore che Saccà, infine, tendono a smorzare le polemiche sulla mancata messa in onda natalizia della miniserie. «Io avrei preferito, ma a qualcuno andare in onda oggi doveva pur capitare», sospira Fiorello 2. «Non posso e non voglio entrare sul tema della scelta dei palinsesti», taglia corto Saccà. Che ne appare, però, visibilmente contrariato.



MICHELA
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26/09/2007 15:12
 
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io non so se potrò guardarla, stasera c'è il campionato e non credo mi toccherà la televisione.
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26/09/2007 15:21
 
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uno spettatore in meno... non credo tu sarai l'unica [SM=x988246]

di mercoledì... ma quando mai hanno fatto una fiction di mercoledì?
[Modificato da ELIPIOVEX 26/09/2007 15:21]



MICHELA
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26/09/2007 15:43
 
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dal sito rai fiction
In onda mercoledì 26 e giovedì 27 settembre 2007 alle 21.10 su Rai Uno

La straordinaria vita di Giuseppe Moscati, medico, ricercatore e docente universitario, morto a soli 46 anni e proclamato santo da Papa Giovanni Paolo II nel 1987.

Nato da una famiglia benestante, settimo di nove figli, Giuseppe (Giuseppe Fiorello) mostra fin dalla tenera età uno spiccato interesse per la medicina e, dopo essersi laureato, inizia a lavorare insieme al suo migliore amico Giorgio Piromallo (Ettore Bassi) presso gli Incurabili, il miglior ospedale di Napoli.

Giuseppe, uomo forte e medico appassionato, si adatta con difficoltà alle rigide regole ospedaliere e spesso si scontra con suor Helga (Emanuela Grimalda), la caposala, mentre Giorgio, avendo studiato medicina più per volontà paterna che per vocazione, non ha interesse ad affermarsi come medico e conduce una vita più dissipata. Ma è proprio grazie a lui che Giuseppe incontra l'affascinante Elena Cajafa (Kasia Smutniak), la nobildonna che sarà sul punto di sposare.

Il dottor Moscati ha tutto, una carriera prestigiosa, una donna bellissima al suo fianco, la stima e l'affetto di tutti i suoi concittadini, medici e gente comune, ma la morte di un suo giovane amico e le invidie di Giorgio lo portano a vivere una profonda crisi e a pensare addirittura di lasciare la professione medica.

Il suo amore per il prossimo, però, prevale e gli consente di capire che i malati hanno bisogno di lui e delle sue cure quindi comincia a dedicarsi a tutti coloro che gli ospedali rifiutano, accogliendoli in casa sua, preoccupandosi se non hanno cibo, e istituendo un'artigianale "cassa mutua" perché i più ricchi possano pagare le medicine dei più poveri.

Il suo colpo d'occhio diagnostico fuori del comune e i successi nella ricerca scientifica assicurano al Moscati un posto d'onore fra i medici ricercatori della prima metà del Novecento anche a livello internazionale, ma più di tutto è la sua personalità e l'impegno con cui si è dedicato ai più bisognosi che l'hanno reso il "medico santo".



MICHELA
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26/09/2007 15:45
 
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la puntata di stasera
Nel 1906 Giuseppe Moscati è un giovane medico che si appresta, assieme al suo amico Giorgio Piromallo, a concorrere per un posto di aiuto straordinario all'ospedale degli Incurabili, uno dei più rinomati di Napoli. I due giovani, che si preparano insieme a superare la prima importante tappa di una carriera che entrambi immaginano ricca di successi, sono però assai diversi. Giorgio, figlio di un noto medico, abituato ad una vita di privilegi, ha scelto la professione per dinastia familiare e forse con una blanda vocazione, mentre Giuseppe, scartando dalla tradizione dei Moscati che lo avrebbe voluto avvocato, ha per la medicina un interesse vero e profondo. Il gaudente e mondano Giorgio trascina Giuseppe ad una festa dove farà conoscere all'amico la principessa Elena Cajafa, bellissima quanto infelice e tra i due giovani si stabilirà subito un legame importante.

Giuseppe, infatti, pur nell'apparente docilità, è uomo forte, un medico appassionato che si adatta con difficoltà alle rigide regole ospedaliere, difese e custodite, con pugno di ferro, da suor Helga, la caposala degli incurabili. I sette minuti da dedicare ad ogni paziente, né uno di più né uno di meno, gli stanno stretti e spesso dirazza restando accanto a casi disperati e attirandosi critiche e rampogne dalla caposala quanto dal professor Delillo. Giorgio, al contrario, procede con destrezza e distacco da uomo di mondo; il suo essere medico non lo aliena dal godersi la vita e, lasciati i pazienti e i turni in ospedale, si dedica anima e corpo alla conquista di una ballerina del caffè chantant, di nome Cloe. Una passione intensa e carnale che il giovane immagina poter essere duratura e che suo padre, grosso barone della medicina partenopea, vede invece come ostacolo alle ambizioni professionali che nutre per suo figlio. La sua sfiducia in Giorgio è pari all'ammirazione che nutre per il suo amico Giuseppe, in lui rivede una vocazione forte che non teme di essere oscurata dalle distrazioni. Ma Elena Cajafa, con la sua bellezza ed il suo tormento interiore, assieme al bisogno di essere amata e capita, stanno a poco a poco conquistando il cuore e la mente di Giuseppe. E quando lui, durante la drammatica eruzione del Vesuvio, sfidando coraggiosamente la morte, salva i pazienti dell'ospedale di Torre del greco, l'encomio pubblico che ne riceve e la fama che ne deriva, sciolgono anche le riserve del padre della ragazza, che comincia a vedere Moscati come un possibile pretendente alla mano di sua figlia.

Giuseppe sembra, in quel momento, destinato ad ottenere tutto. Fama, onori, una donna bellissima ed affascinante per moglie. E anche la sorella di Giuseppe, Nina, sembra stemperare, nei successi di lui, l'amarezza di essere rimasta zitella, e il rifiuto ricevuto dall'uomo da lei amato, il cugino Leonardo che ha scelto repentinamente ed inaspettatamente di farsi prete. Ma anche per Giuseppe, viene il momento della crisi. Colpito al cuore della sua vocazione medica, dalla morte per tetano di un piccolo lustrascarpe, Aniello, del quale era diventato amico, ha per un attimo la tentazione di lasciare la medicina. Giuseppe soffre per quel bambino cui era legato e che sognava di andare in America e di migliorare la sua vita. Ma quella sofferenza intensa e sentita, insieme ad un sentimento metafisico, rafforzano invece la sua vocazione. E gli danno la consapevolezza che esser medico è una chiamata, e che nel rapporto tra medico e paziente, la relazione umana e la cura dell'anima è altrettanto importante della cura del corpo. E quando un nuovo ed importantissimo concorso viene indetto Giuseppe lo vince e diviene un astro della nuova generazione di medici. Giorgio, al contrario lo perde, e tra i due amici la rottura è insanabile.

Passo dopo passo, la diversa concezione della professione medica ha creato un impasto di rancore e gelosia nell'animo di Giorgio sino a farlo diventare aperto nemico dell'antico compagno di gioventù. Ed è sull'abbrivio di quel rancore che Giorgio decide di lasciare Cloe, malgrado la ragazza aspetti un bambino da lui, e di tornare nell'alveo della protezione paterna. Con cinismo dice a Cloe che l'unico aiuto che può darle sono i soldi necessari ad abortire e se ne lava le mani. Le possibilità economiche e le conoscenze nel bel mondo napoletano gli permettono, di lasciarsi alle spalle la sua vita di prima, e di aprire uno studio privato che in poco tempo gli fa acquistare rinomanza e influenti relazioni.

Giuseppe, invece, resta fedele all'ospedale e si dedica all'ammaestramento delle nuove generazioni di medici. Il suo modo inconsueto di intendere la professione, la sua profonda cultura che tende sempre a varcare i limiti del già conosciuto, a sperimentare e trasgredire, sempre in nome dell'umanità della cura e dell'empatia con chi soffre, lo fa diventare assai popolare, e il gruppo di studenti al suo seguito diventa sempre più folta. Tra loro due giovani promettenti sono i suoi due pupilli. Si chiamano Umberto ed Arcangelo e a Giuseppe ricordano per indole e carattere quello che erano, da giovani, lui ed il suo amico Giorgio.

Ottenere la mano di Elena Cajafa, averla al suo fianco come moglie sembra adesso il logico compimento del suo percorso di uomo. Ma la sera in cui Giuseppe si sta recando dal principe per fare la sua richiesta, una scoperta terribile lo distoglie dalla sua gioia riportandolo verso la sua missione di medico: il colera. Il sospetto di una epidemia, assai frequente nei vicoli sporchi e fatiscenti di Napoli, lo porta là dove il suo aiuto è prezioso, quanto più è tempestivo. E quell'abito da sera che aveva indossato per varcare la soglia di un mondo dorato lo accompagna invece nel mondo dei diseredati e nel buio dei vicoli dove il sole non penetra mai. Il contatto con il ventre buio della città, apre una nuova fase della sua esistenza e mina irrimediabilmente l'amore con Elena e la possibilità di una vita "normale". Non c'è posto per una famiglia nella vita di chi ha scelto che la sua famiglia siano i diseredati.



MICHELA
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26/09/2007 19:42
 
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Io non posso perdermi la puntata di questa sera di dottro House perchè mi imtriga molto. Se riesco appena è finita vengo, c'è qualcuno a fare i commenti in diretta?
Moscato,minuto per minuto.



ANNA
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26/09/2007 21:33
 
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Ho appena acceso.
Non recita malaccio stavolta...
Il marito però reclama il telecomando di nuovo.
Non posso essere obiettiva...



MICHELA
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26/09/2007 22:23
 
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A prescindere dal fatto che mi mancano la sesta e la settima vocale (vedi che avevano ragione i greci, che sette ne avevano??), Forse - e sottolineo forse - recita un po' meglio. E meglio di prima ce ne vuol poco. Ma resta sempre uguale a se stesso. Hanno amdato la pubbicità di Chiara e Francesco (e solo a sentire la voce di quello che dicono mi si accappona la pelle: lascimo i santi in pace, per favore!): e Francesco è come il medico qui, che peraltro deve esser un filibustiere della prima categoria



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Ho visto poco, ma sono arrivata in tmepo per il sesso sfrenato sotto le lenzuola.
Io l'ho trovato sempre uguale a se stesso, però questa parte gli viene "bene".



ANNA
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27/09/2007 14:25
 
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peccato mi sono persa un filmone allora [SM=x988248]



MICHELA
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Questa sera non vedrò la puntata conclusiva della minifiction, ma la videoregistrerò. Per ora posso dire che il prodotto non è buono, commovente senza arrivare al lacrimevole, e Giuseppe Fiorello è bravissimo.
Ma non credo sia questo ciò che interessa, quanto piuttosto Ettore Bassi nel ruolo del figlio di papà (sono sempre esistiti), un po' stronzetto, anzi, molto, e arrivista.
A dirla tutta, ha fatto bene ad interpretarlo, perché era ora che dismettesse i panni del bravo ragazzo, bravo maresciallo, medico idealista, e tra poco pure santo dei santi.
Era ora che provasse a far baluginare sul suo visetto da bello di mamma il fulmine della perversione, dell'arrivismo, della sottile cattiveria che nasce dall'invidia e dal senso di inferiorità dato dalla consapevolezze della propria incapacità.
Era ora che 'saltasse il fosso' della supposta perfezione nella quale sembra corgiolarsi.
Certo, non ha dato una prova di sublime interpretazione, ma credo che la strada percorsa in questa piccola serie ce lo abbia un po' restitutito. Certo: non cambia mai espressione (per questo gli hanno fatto il pizzetto? per farlo sembrare una persona diversa e dare credibiità al ruolo?), maper lodare quella esistono altri lidi



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Se riesco a darci un occhio stasera ti dico cosa ne penso [SM=x988162]



MICHELA
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Dati Auditel
Alle 21.13 la prima parte del film TV “Giuseppe Moscati”, con 5.378.000 spettatori (21,14%).

Alle 21.10 l’episodio 12 “Giorno nuovo… stanza nuova” della terza stagione inedita della serie Dr. House - Medical Division, con 4.394.000 spettatori (16,01%).

Alle 21.04 la seconda puntata della quinta edizione del reality show “L’isola dei famosi” (4.398.000 spettatori - 19,38%).
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Un successone insomma!



MICHELA
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