GEMELLAGGI COMPLEANNI DI OGGI
FORUMANDO | AGORA’ | IL FORUM DI CHIARA C. | TOP FORUM | PAROLE & POESIA | ATTUALITY AND SOCIETY| FORUM| FORUM










Per Faccine a tema cliccare qui

Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Email Scheda Utente
Post: 18.021
Post: 13.898
Sesso: Femminile
Amministratrice
Amico Special
OFFLINE
31/12/2007 23:59
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Mancano 4 minuti a mezzanotte ma ormai non arrivano più pretendenti :)
Dichiaro chiuso il concorso.
Gattadany ha rinunciato all'ultimo minuto quindi abbiamo due coraggiosi.
In allegato posto i due racconti senza indicare gli autori con i rispettivi titoli.



MICHELA
Email Scheda Utente
Post: 18.021
Post: 13.898
Sesso: Femminile
Amministratrice
Amico Special
OFFLINE
31/12/2007 23:59
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Racconto: Ogni giorno
Natale.
L'insegna illuminata, decorata, me lo richiama alla mente.
Lo confesso, nella frenesia delle tante cose da fare, facilmente passerebbe, come ogni altro giorno.
So che, per alcuni versi, non dovrei pensare al Natale, in questi termini, eppure è da tempo che mi ripropongo di fare un regalo, ed ogni volta mi confermo, dentro di me, che lo farò.
Poi, il tempo passa, e la cosa rimane fra i propositi.
Così passeggio, nella Via Principale, fra i vari negozi, cercando quello che maggiormente mi ispira.
Finché lo trovo, dopo aver guardato a lungo, fuori, dalle vetrine.
Entro nel negozio.
“Desidera ...?”
“Vorrei vedere un notebook, devo fare un regalo.”
“Ha già qualche idea, sulla Marca, il modello, o sulle caratteristiche?”
“Beh, sì, non sono proprio digiuno, di queste cose.”
“Bene, allora, guardi i modelli, i prezzi e le caratteristiche sono riportati vicino ad ognuno di essi.”
“Ottimo. Manca mezz'ora alla chiusura, dovrei farcela, a scegliere.”
“Faccia con calma.”
Uno sguardo alle caratteristiche. Alla dotazione. Almeno per quel che si può comprendere da questi primi dati.
Sì, devo cogliere quell'occasione al volo, o Dio solo sa quando ci penserò di nuovo, e quando troverò il tempo per fare quel regalo.
Sarebbe stato un peccato, con tutte le arie che mi do, di solito parlando di computer, sbagliare il regalo.
Il mio orologio al polso mi dice che oggi è il 21.
Sì: faccio ancora in tempo.
“Signorina ...”
“Sì?”
“Ho scelto!”
“Bene, lei è uno dei pochi che non chiedono nulla, si vede che si informa da sé.”
“Gliel'ho detto. Mi tengo informato.”
“OK.”
“Naturalmente, la garanzia è quella di legge, etc ...”
“Sì, e deve consegnare il documento, la ricevuta, alla persona a cui lo regala, oppure conservarlo, per tutto il periodo.”
“No problem. Non sono uno che ama i segreti. Mi basta fare una bella figura con il regalo, il resto non conta.”
“Beh, questo è di fascia media, come ha visto dalla scheda video, e dal tipo di processore.”
“Sì, va bene, per l'utilizzo prevalentemente per internet, la comunicazione nel Web, va bene.”
“Sì, davvero, per fare ciò è perfetto.”
“Perfetto: meno male che mi sono deciso a pochi giorni da Natale.”
“Sì, ... anche se c'era ancora un pochino di tempo, per la verità.”
“Scherza? Ogni volta mi dico così. E passano i giorni, i mesi ...”
“Ah, beh, allora!”
“Ecco, a lei.”
“Grazie. E buon Natale ...”
Si volse nel negozio cercando altri sguardi a cui inviare il saluto.
“Va beh, ... Buon Natale a tutti, presenti e non ...”
“Buon Natale a lei e a chi deve ricevere questo bel regalo.”
“Beh, se lo merita, è una persona che mi ha aiutato in un momento di difficoltà.”
“Bene, è un'ottima idea fargli un bel regalo allora, ... Buon Natale ad entrambi.”
Esco dal negozio, la differenza di temperatura, seppur non notevole si fa sentire.
O forse è l'età che me la fa sentire.
Una volta, alcuni decenni fa, mi sembra di ricordare che mi piacesse quella stagione.
So che è così, anche se oggi, stento a crederlo.
Penso che passare direttamente, con una piccola sorpresa, a portare il regalo, con la scusa del tempo che corre, anche se l'ora non è certo delle migliori, possa essere una buona idea.
Compongo il numero.
Mi viene in mente che dovrei configurarglielo.
No, anche se a me piacerebbe: lo so, mi conosco, queste cose mi divertono, sempre. Non si impara altrimenti ad esser indipendenti con il proprio computer. Annuisco. Ho bisogno di dirmelo più volte, per essere certo della decisione.
“Ciao, ... disturbo?”
“No, anche se è quasi l'ora di cena.”
“Sì, lo so. E' che volevo, ...”
“Non chiedermi ancora, se mi sono comprato il computer, spero di farlo presto, lo sai che ultimamente non ho grandi disponibilità.”
“No, no, lo so, ... sai che cosa c'è di nuovo?”
“No.”
“Mi sono ritrovato, così per caso, un'occasione, insomma, ... se hai due minuti ti porto un regalo di Natale”
“Natale ... ma manca ancora un bel po' ...”
“Eh, un bel po' ... ma se oggi ne abbiamo 21!”
“Sì, ... di Novembre ...”
“Come Novembre? ... Chi ha spostato il mese?”
“Ehehehhe ... sei sempre il solito, con la testa fra le nuvole.”
“Oh, beh, ... io comunque, mi sono ricordato, seppure in ritardo, ... voglio dire, te lo dovevo fare un regalo, ma ... mi è sfuggito il tempo, senza che me accorgessi.”
“Non dovevi. Non ce n'era alcun bisogno.”
“Come? Ce l'hai già?”
“No, ... non l'ho comprato, avevo altre spese, ma non dovevi nemmeno tu.”
“Oh, io, non sapevo come ringraziarti per tutti i passaggi, la benzina, il tempo, sai quando ho avuto quel problema con l'autovettura.”
“L'ho fatto come l'avrebbe fatto qualsiasi Cristiano ...”
“E adesso, sii gentile, fammi fare pure a me il Buon Samaritano, che altrimenti sto male.”
“Beh, visto che la metti così, oramai è fatta ... che modello hai preso?”
“Curioso, eh, tranquillo ... lo sai che non sono digiuno.”
“Di computer, no ... e non solo di computer.”
“Non me ne parlare, ma lo sai che ero davvero convinto che fosse il 21 Dicembre? Madonna mia ... mi vergogno a dirlo, mi sono già fatto fuori tre Panettoni.”
“Salud y prosperidad! Ehehehehe ...”
“Oh, sono già sotto casa tua, ... sto arrivando. A fra poco.”
“OK, ... e grazie, anche se non dovevi.”
“Dovevo, dovevo ...”
Meno male: non avevo sbagliato con l'acquisto.
Per la verità ci pensavo da tempo, ed ogni tanto mi informavo, per non sbagliare.
Guardo, in alto, nel cielo, nella sera fresca.
“Lo so, lo so, ... il Natale non serve a questo, ma io a te, ci penso, tutti i giorni, Gesù, scusami se proprio oggi, mi sono dedicato a queste usanze umane. E poi, ... accidenti, non è ancora Natale, chi lo avrebbe detto?”
Suono il campanello.
Eppure ero sicuro che fossimo in Dicembre.
Ne ero proprio certo.
Forse il periodo, freddo, l'autunno con quelle basse temperature?
Ma no, non credo.
O forse, sì.
Qualcuno risponde al citofono.
“Sono io ... ah, sei tu, zio? ... sono io, tuo figlio lo sa che dovevo passare. Ci siamo appena sentiti. Sì, sto salendo, ... non passavo da tempo? Mi sa che hai ragione, mi scuso, e mi scuso anche per l'ora in cui mi presento, mi fermo solo due minuti ... salgo!”
Prendo le scale, anche se c'è l'ascensore.
Mi permettono di pensare.
Ma sì, ogni giorno è Natale, per i Cristiani.
Ed a me serviva una scusa, per dire grazie a qualcuno.
Al mio amico Gesù, lo dico, ogni giorno.



MICHELA
Email Scheda Utente
Post: 18.022
Post: 13.899
Sesso: Femminile
Amministratrice
Amico Special
OFFLINE
01/01/2008 00:00
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Racconto: Una sola parola
Natale. Solo il sentirlo echeggiare nella mia mente mi fa star male. Mi ero ripromessa di non pensarci e basta. Di non guardare nemmeno tutte quelle luci. Quegli abeti decorati. Quei Babbi appesi. La gente che corre indaffarata per comprare regali inutili per altra gente che a sua volta comprerà regali inutili, e la catena continua. Soprattutto di non pensare alle riunioni di famiglia. Altra parola tabù per me. Sono sola. Sola. Sola e basta. Nessuno che mi dica buongiorno la mattina. Nessuno a cui stringermi la sera. Nessuno da chiamare per raccontare quello che mi succede. Nessuno da amare e stringere forte perché resti con me per sempre, perché non mi abbandoni mai. Inutile, tanto tutto prima o poi finisce. Più prima che poi.
Non ce la faccio. Questi pensieri mi stanno uccidendo. Sento l’armadietto che mi chiama, le pillole che prendo tutti i giorni per smettere di sentire. Per non avere più il cuore dilaniato. A pezzi. Straziato. La gola si chiude, non posso più evitare di trattenere il respiro. Come se trattenendolo, riuscissi a fermare anche il dolore. Come uno tsunami sta per travolgermi senza alcuna pietà. Cerco disperatamente di trovare qualcosa da fare, accendo la televisione per obnubilare la mia mente. Anche lei mi tradisce: immagini di bambini in festa che cantano ‘Buon Natale Bambino Gesù’. Cambio disperatamente canale, cerco quelle maledette televendite che di solito non guardo mai, niente, anche loro vendono pupazzi, lenzuola, giocattoli per Natale. BASTA! NON NE POSSO PIU’!!!
Mi butto sul divano, la testa mi scoppia, sulle guance scendono lacrime senza che me ne renda conto. Ad un certo punto sento un gran rumore e mi chiedo chi è che sta facendo quel casino. Poi mi rendo conto che sono io, che batto con le mani sul muro e urlo: “Perché? Perché? Perché?”. Metto le mani dentro le gambe per cercare di tenerle ferme, mentre inizio a tremare tutta. Lo sguardo cade come al solito sulla foto che tengo sul ripiano, è come una dolce e straziante tortura di ogni giorno da quel maledetto giorno… I loro visi felici che mi guardano, sento ancora le loro voci che echeggiano nella mia mente: “Guarda che adesso ti prendo sai? Eccolo il mio ometto! Mamma, guarda come sono bravo! Io sono grande come il papà! Papà, vieni che mamma ci fa una foto. No, papà, non farmi il solletico…”
Mi alzo senza farci caso, la mano si allunga verso quella foto, i due visi da me più amati che mi guardano sereni, sfioro la foto come se potessi ancora toccarli, sentirli, accarezzarli. Alzo gli occhi al cielo, come se potesse sentirmi qualcuno: “Perché? Signore, se ci sei davvero, perché? Sei un Dio crudele, che deve togliere tutto a chi ha già poco? Avevo una sola persona che mi aveva amato sul serio in tutta la mia vita, avevamo un figlio meraviglioso. Tutti e due! Tutti e due me li hai portati via! Che senso ha la mia vita adesso? Con loro era tutto bello, tutto magico, ogni giorno era pieno di sole anche se il sole fuori non c’era. C’erano loro a scaldarmi il cuore, c’era lui a prendermi per mano e a guidare i miei passi incerti, c’era il mio piccolino a farmi scoprire la bellezza delle piccole cose che io non sapevo nemmeno esistessero… Loro mi avevano insegnato ad amare, a fidarsi, ad avere speranza per il futuro. Con loro non avevo più paura, i brutti ricordi erano diventati nebbia, camminavo nel sole. Perché? Che male avevano fatto a te, per portarli via da me? Che male ti avevo fatto io, per togliermeli così? Luca, amore mio… Ti prego, torna da me, non ce la faccio più… Fefi, piccolino, piccolo mio, ti prego… Vieni da mamma, che ti abbraccia forte…”
Mi sembra davvero di vederli davanti a me. Allungo le mani per toccarli, ma trovo l’aria. Attraverso la nebbia delle lacrime, vedo tutto girare attorno a me, poi il buio.

Apro gli occhi, sento la testa che mi scoppia, mi tiro su e sento un bozzo su un lato della testa. Non ricordo niente. Poi vedo la foto e capisco cosa è successo. E’ solo l’ennesima volta da tre mesi che svengo. Meglio così. E’ come una valvola di salvataggio, mi viene da pensare. Per controllare il dolore e la rabbia in qualche modo. Non ce l’ho con quel ragazzo che li ha investiti sulle strisce pedonali. L’ho visto solo una volta, ma nonostante il mio strazio, ho visto nei suoi occhi la sofferenza e il dolore. Sono certa che anche lui camminerà per la vita con questo peso impossibile, che non puoi dimenticare.
No, io ce l’ho con Dio. Dio che mi ha fatta nascere in una casa di prostitute. Dio che mi ha dato come padre un pappone e come madre una drogata. Dio che ha permesso che mi picchiassero fin da piccola. Dio che ha lasciato che fossi venduta ad un altro pappone quando avevo dodici anni. Dio che non ha alzato un dito per proteggermi la prima volta che lui mi ha violentata. Dio che mi ha fatto finire a quattordici anni in riformatorio. Dio che mi ha fatto uscire a diciotto anni senza sapere dove andare. Dio che mi ha fatto trovare solo lavori infami, quelli che nessuna voleva fare, ma io ero disperata e pur di non ricascare sulla strada, andavo anche a pulire i wc a mani nude. Dio che ha gioito nel sentire come tutti mi parlavano dietro e mi giudicavano. Dio che mi ha messo tutti contro quando mi sono innamorata di Luca. Dio che ha suggerito ai genitori di Luca di cercare di comprarmi per farmi sparire dalla sua vita. Dio che ci ha lasciato vivere in un monolocale con un letto e un tavolo per due anni perché i suoi lo avevano rinnegato. Dio che quando finalmente eravamo felici con il nostro bambino ha fatto la porcata più grande di togliermeli tutti e due all’improvviso.
E’ da un po’ che ci sto pensando. Ormai Natale è domani e ho voglia, bisogno di vendetta. Voglio vendicarmi di Dio. Voglio ferirlo come lui ha ferito me. Voglio rovinargli la sua festa, il Natale è la sua festa, no? L’unica cosa che mi è rimasta è la mia vita e posso farne quello che voglio, no? Allora ho deciso.
C’è una chiesa bellissima, un po’ piccola, ma con le vetrate tutte istoriate, vicino al centro. Andavamo sempre lì a vederle con Raffaele, Luca ed io gli raccontavamo le storie raffigurate sul vetro e lui rimaneva incantato ad ascoltarci. Non andavamo a messa, tanto nessuno dei due ci credeva più. Adesso invece ho un motivo per andarci di nuovo. Ho preso un flacone di nascosto dal banco del farmacista l’ultima volta, finchè lui era voltato. Con quello che c’è dentro ci possono restare stecchiti in cento. Andrò in chiesa per la messa della mezzanotte e prima di entrare prenderò tutto il flacone. Mi siederò su una panca e aspetterò di morire. Peccato solo che non potrò godermi lo spettacolo perché me ne sarò già andata. Me le immagino le facce scandalizzate di tutti quelli in chiesa. Una pazza che si è ammazzata in chiesa la notte di Natale. I titoli sui giornali. Il prete che non sa cosa dire. La chiesa sporcata, rovinata, la gente che non ci va più. E soprattutto il dispetto più grande a Dio, per ripagarlo di quello che mi ha fatto, gli rovino la sua festa. Lo odio e voglio che soffra. Lui e quelli che ci credono in questo Dio ingiusto. Così impareranno a non fidarsi più di lui. A non seguirlo più. A non ascoltarlo più. E’ la vendetta migliore per chi dice di amarti e poi ti pugnala il cuore.

Sono seduta sulla panchina davanti alla chiesa. Fa molto freddo, la neve scesa ieri ha ghiacciato l’aria. Ho in mano il flacone e una bottiglia di acqua per buttar giù il tutto. Guardo la gente che passa e che entra in chiesa. Che faccia faranno quando mi vedranno morta? Disgustata, scandalizzata, oltraggiata, me li immagino mentalmente. Quel pensiero mi dà la forza di aprire il flacone e di prender qualche pillola. La guardo, poi alzo gli occhi al cielo e mando il mio odio lassù. D’improvviso un uomo si avvicina e si siede. Accidenti, proprio qui doveva mettersi? Lo guardo irritata, vorrei che se ne andasse, non posso farmi vedere a prendere tutte le pillole con lui lì. Lui mi lancia un’occhiata. Io ricambio. Se si azzarda a farmi gli auguri, giuro che gli tiro addosso il flacone. Ma lui sta zitto e non si muove.
Quasi quasi mi sposterei sull’altra panchina, ma è tutta piena di neve. Anche se sembra assurdo preoccuparsene, visto che tra poco morirò, ma non voglio stare ancora più al freddo. Mi batto le mani intirizzite e intanto gli lancio un’occhiata di sottecchi. E’ sempre lì che non si muove, non dice niente.
Comincio a perdere la pazienza, sta iniziando la messa e non voglio perder il momento buono. Faccio per alzarmi e andare sull’altra panchina. Allora lui parla: “Non ne vale la pena”.
Mi giro e lo guardo. Lui sorride tristemente e ripete: “Non ne vale la pena”. Io mi arrabbio, che ne sa lui di me? Come si permette uno sconosciuto di dirmi così? “Mi lasci in pace”.
Lui ripete ancora una volta: “Davvero, non ne vale la pena”. “Basta! Perché ripete sempre la stessa cosa?”
“Lei sta per uccidersi”. Io inalo bruscamente. Lui continua: “Non mi chieda perché lo so. Lo so e basta. E le ripeto che non ne vale la pena. Lei è libera di fare quello che crede. Non sono venuto qui per fermarla. Sono anch’io libero di fare quello che voglio, quindi le dico solo quello che so. Poi lei è altrettanto libera di farne quello che vuole”. Si alza e fa per andarsene. Adesso che vorrei che restasse. Ho sentito nelle sue parole un peso che mi sembra familiare. Una sensazione di fatica immensa, di distanza e di nebbia perenne. Come se in realtà non volesse esser lì. Allora gli chiedo: “Se io sono libera di fare quello che voglio, perché lei mi ha parlato? Tanto lo sa che io mi ammazzerò lo stesso”.
Lui scrolla le spalle: “Lo so. L’ho fatto anch’io”.
Rimango di sasso. Lo guardo. “Cosa?”
Lui sorride: “Sì. Davvero. Mi sono ammazzato. Lo so che lei non mi crede. Ma io non sono vivo. Io sembro qui, ma in realtà non ci sono. Mi tocchi”. Allungo la mano e lo sfioro. Non sento niente, se non un grande freddo, più intenso di quello dell’aria. E’vero. Non c’è un corpo, non c’è un uomo vivo e reale davanti a me. Cerco di assimilare la scoperta, ma il mio cervello si rifiuta. Semplicemente impossibile.
La sua voce mi arriva in lontananza: “Ero come lei. Disperato. Solo. Senza un cane che ci tenesse a me. Ho preso la pistola e mi sono sparato. Vede? Ecco il segno della pallottola” e indica un buco nel cappotto, poi apre il cappotto e mostra un buco nitido nella camicia. Faccio per toccarlo, dimenticandomi che non c’è niente da toccare. Continua: “Sono morto quasi subito. Non mi aspettavo niente, perché la mia vita era vuota e quindi sapevo che finiva tutto lì. Mi ero sbagliato. E di molto”.
Lui fa una pausa e sospira. Intanto dalla chiesa iniziano i canti e io lancio un’occhiata all’orologio. E’ tardi, ma non posso togliermi da qui, devo assolutamente sentire quello che quest’uomo non-uomo ha da dirmi.
“Solo dopo morto ho scoperto che ciò che avevo di più prezioso non sapevo nemmeno di averlo. E l’ho perso. Per questo torno su questa panchina. Sa che è la panchina dei suicidi?”
Ho un sussulto. Lui sorride: “Nessuno lo sa, ma tanti si sono seduti su questa panchina per meditare, prima di prendere quella decisione. Io ne ho visti passare tanti. Anche più disperati di me. E di lei. Anche meno disperati, in verità. Ma tutti con la convinzione che uccidendosi sistemavano qualcosa. E tutti che sbagliavano senza saperlo”.
Io non ne posso più. Voglio sapere perché è sbagliato, perché è inutile, ma non ho il coraggio di chiederglielo e di interrompere così il racconto.
Lui sembra aver intuito i miei pensieri: “Lei vuole sapere il perché. E’ semplice. Tutto quello che abbiamo è la nostra vita. E’ l’unica cosa che possiamo dire veramente nostra. Qualcuno ce l’ha data, ma noi abbiamo un potere incredibile. Quello di poter decidere noi cosa farne. Anche di togliersela. Però quando l’abbiamo persa, non abbiamo più niente. Allora è davvero la disperazione. Perché abbiamo perso tutto. E allora ci rendiamo conto che ‘io’ non è una parola inutile. Perché anche se molti lo negano, dopo la morte c’è qualcosa. Che però ha senso se noi ci siamo ancora. E se noi ci togliamo la vita, perdiamo anche quell’unica cosa che era sempre rimasta nostra.”
Sospira, poi fa per alzarsi. Io cerco di trattenerlo, ma la mia mano incontra una folata di aria gelida. Lui si volta: “Adesso mi vede, ebbene, sono più solo adesso di quando ero in vita. Perché non ho più nemmeno un ‘me stesso’. Sono un’ombra che viene qui a ricordare l’unica cosa che le è rimasta, il momento in cui ha deciso senza sapere di perder anche quel poco che aveva ancora. Lei è libera di farne quel che vuole di ciò che le ho detto. Spero solo di non doverla incontrare ancora su questa panchina”. Se ne va senza un saluto. I suoi passi non lasciano traccia sulla neve che scende.

Resto a guardare la neve e sento in lontananza il coro della chiesa che intona “Bianco Natale”. Le lacrime si ghiacciano sul viso, ma non me ne accorgo. Guardo il cielo, mi sembra di un colore innaturalmente viola. La neve comincia piano piano a cadere. Il flacone mi scivola dalle mani e cade senza rumore. Immagini di Luca e Raffaele volteggiano intorno a me. Tutta la chiesa sembra profusa di luce. Non mi rendo conto di esser caduta in ginocchio. Le mie mani alzate verso il cielo. Mi sembra di vedere qualcuno che mi sorride lassù, apro e chiudo gli occhi per scacciare via quell’illusione, ma quando li riapro è ancora lì. Dalla chiesa si sente la fine della canzone: “Alza gli occhi, guarda lassù, è Natale, non soffrire più”. Sento come una mano gentile che mi accarezza il cuore, la morsa che lo stringe si allenta appena, poi sento un calore entrare nel profondo e una sensazione strana. Non la riconosco subito. Poi capisco. Quello che non avevo chiesto, è arrivato comunque. Forse è stato l’uomo della panchina. Forse sono stati Luca e Raffaele, che mi hanno visto da lassù o da dovunque essi siano ora. Forse è stato proprio quel Dio crudele e ingiusto che io volevo punire nel modo sbagliato. Ma ora non lo voglio più. La sensazione si allarga nel mio cuore, lo riempie piano piano come un torrente di montagna che si risveglia dopo il ghiaccio dell’inverno. Rivolo dopo rivolo. Goccia dopo goccia. Stilla dopo stilla. Eccola. Ora mi accorgo di volerla davvero, il mio regalo di Natale. Un piccolo cuore pieno di una sola piccola parola. Una sola che basta per tutte. Pace.



MICHELA
Email Scheda Utente
Post: 1.428
Post: 1.425
Sesso: Femminile
Amministratrice
Amico Veteran
OFFLINE
01/01/2008 19:55
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

ma la giuria chi è?



Email Scheda Utente
Post: 18.035
Post: 13.910
Sesso: Femminile
Amministratrice
Amico Special
OFFLINE
01/01/2008 22:17
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

gli amministratori del forum... li conosci [SM=g1344336]



MICHELA
Email Scheda Utente
Post: 1.430
Post: 1.427
Sesso: Femminile
Amministratrice
Amico Veteran
OFFLINE
03/01/2008 17:11
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

ok
[Modificato da ioandrei 03/01/2008 17:12]



Email Scheda Utente
Post: 4.244
Post: 4.242
Sesso: Femminile
Amministratrice
Amico Super Master
OFFLINE
03/01/2008 20:48
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Re:
ELIPIOVEX, 01/01/2008 22.17:

gli amministratori del forum... li conosci [SM=g1344336]




Pure io, delle personcine davvero in gamba! [SM=x988247]




ANNA
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag cloud   [vedi tutti]
Statistiche

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 22:18. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com