L'attore regista e protagonista di "Parlami d'amore": la love story tra un ragazzo e una donna più matura. Nel cast Carolina Crescentini e la spagnola Sànchez-Gijòn
Silvio, da idolo delle teenager a regista
"Ma il cognome Muccino non c'entra..."
Una pellicola ambiziosa, che invaderà i cinema a San Valentino: "Trovare i soldi? Lo ammetto, è stato facile: merito dei miei successi al botteghino"
di CLAUDIA MORGOGLIONE
ROMA - Può un attore venticinquenne, con pochi film all'attivo, debuttare nella regia con una pellicola talmente attesa da conquistare ben 500 sale italiane, all'uscita prevista per San Valentino? Sulla carta, sembra impossibile. Ma se il personaggio in questione si chiama Silvio Muccino, la faccenda appare più chiara: è un idolo delle ragazzine; ha un curriculum breve, ma con titoli di grande successo; porta un cognome "pesante". E poi non bisogna dimenticare che Parlami d'amore, il suo debutto dietro la macchina da presa, è tratto da un romanzo bestseller, scritto proprio da lui (a quattro mani con Carla Vangelista): racconta la love story tra un ragazzo difficile e una donna molto più matura, e ha venduto oltre 400 mila copie.
Ecco perché il suo film è una delle uscite più promettenti (al boxoffice) di questo inizio 2008. Come dimostra anche l'affollata anteprima stampa di questa mattina. "Per me è la realizzazione di un sogno - confessa lui, emozionato - sono due anni che vivo aspettando questo momento. Certo, lo ammetto: trovare i finanziamenti, per me, è stato facilissimo. Non perché mi chiamo Muccino (il confronto con mio fratello Gabriele per me è stato un fattore deterrente), quanto per i miei precedenti successi al botteghino". E, a sottolineare con più forza il concetto, ribadisce di avere voluto tenere il fratello lontano dal set: "Non ha nemmeno letto la sceneggiatura, anzi, aveva molti dubbi sul fatto che la storia potesse essere adattata per lo schermo. Ma quando ha visto il film finito, ha pianto per l'emozione".
Un sentimento positivo che non viene condiviso da una fetta della platea di giornalisti: l'anteprima stampa è punteggiata qua e là da risatine ironiche, e perfino da qualche fischio (anche sui titoli di testa, quando appare la scritta che il film ha ricevuto finanziamenti statali in quanto "di interesse culturale"). Ma è chiaro che la vera prova del fuoco, per il regista nonché protagonista, ci sarà solo a partire dal 14 febbraio, quando si capirà se il suo pubblico lo seguirà anche in questa nuova avventura, decisamente ambiziosa.
Parlami d'amore, infatti, è uno di quei film che mette molta carne al fuoco, pur se in un contesto decisamente romantico. L'eroe della storia è Sasha (Muccino), venticinquenne figlio di tossici che, pur non avendo mai toccato droga in vita sua, è vissuto fino a questo momento in una comunità di recupero. Giunto a Roma, conosce casualmente una quarantenne triste, la francese Nicole (l'attrice spagnola Aitana Sànchez-Gijòn), che ancora non ha superato il suicidio del suo primo marito, avvenuto oltre dieci anni prima. Tra i due nasce una strana amicizia, che si cementa quando lui chiede a lei di aiutarlo a conquistare la ragazza amata da sempre: la sensuale, ricca, annoiata, infelice e ovviamente dannata Benedetta (Carolina Crescentini, che nel look fa un po' il verso a Kate Moss). La conquista ha successo, ma Sasha rischia di ripercorrere l'inferno della dipendenza che ha già segnato la vita dei genitori: fin quando non capisce chi è la donna che realmente ama...
"Senza dubbio il mio è un film d'amore - racconta Muccino, in conferenza stampa - inteso però a 360 gradi: amore per la vita, in primo luogo. Ma anche amore per il cinema, visto che in certe scene, e soprattutto nella fotografia, ho voluto rendere omaggio ad alcuni mostri sacri: da Godard a Bertolucci. E comunque, pur parlando soprattutto d'amore, la storia affronta anche molti altri temi: la paura, la fragilità, i sensi di colpa, l'incapacità di mettersi in gioco, di buttarsi. Per me l'amore è una sorta di animale che ti tira fuori, ti costringe a tirare giù il muro. Un'occasione iniziatica alla vita. Come Nicole è per Sasha".
Quanto al suo rapporto con un personaggio così perdente in partenza, e così diverso da lui che è un classico figlio della buona borghesia romana, Silvio sostiene che l'elemento in comune con l'eroe del suo film "è il senso di inadeguatezza, la fragilità. Insomma, viviamo le stesse emozioni". Difficile, invece, dire a quale tipo di pubblico la pellicola sia indirizzata, visto che non si tratta di un teenager movie. "Io credo che possa parlare a tutti, uomini e donne", sostiene lui. Allargando poi il discorso all'attuale boom di film adolescenziali: "E' giusto che ci sia accorti delle potenzialità che hanno al botteghino - commenta - ma non bisogna solo assecondare i loro gusti, ma anche provare a dir loro qualcoda di più".
Da un punto di vista sociologico, invece, Parlami d'amore affronta un classico argomento di costume dei nostri anni, e cioè le relazioni tra donne mature e uomini molto più giovani. "Ma io non so se si tratti di una tendenza realmente sdoganata - conclude l'autore - a livello celebrity ok, ad Ashton Kutcher e Demi Moore perdoni tutto: ma se un ragazzo qualunque si innamora della madre di un suo amico, credo che le cose siano diverse...".
(5 febbraio 2008)
[Modificato da °°Jen Lindley°° 05/02/2008 21:31]